Recensione 'Perpetrator': Il caos regna
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Recensione 'Perpetrator': Il caos regna

Aug 31, 2023

Il film è quasi impaziente di estrarre qualsiasi profondità di sentimento dai suoi scenari.

Perpetrator della sceneggiatrice e regista Jennifer Reeder passa in rassegna i personaggi e le ambientazioni con un ritmo considerevole, senza mai fermarsi abbastanza a lungo da arricchirli oltre uno schema. Innanzitutto, in un teaser pre-crediti, un serial killer mascherato rapisce una ragazza che cammina da sola di notte. Il film poi passa al protagonista Jonny (Kiah McKirnan) che irrompe in una casa prima di recintare la merce rubata in cambio dei soldi dell'affitto che dà al padre malato (Tim Hopper).

In questa parte iniziale del film, il pubblico osserva Jonny in questa ambientazione giusto il tempo necessario per percepire la sua noia, il fatto che lei stia cercando disperatamente di fuggire dalla sua vita senza uscita. Ben presto, è su un treno e sta uscendo da Dodge, diretta a vivere con sua zia Hildie (Alicia Silverstone). Ed è allora che inizia a sviluppare strane abilità che incanalano direttamente i sentimenti delle persone intorno a lei, così come quelli di coloro che sono scomparsi.

Questi fili si uniscono più o meno alla fine di Perpetrator, ma non in un modo che sembri particolarmente significativo. Mentre crea lo sfondo per il viaggio di Jonny, Reeder fatica a soffermarsi sui dettagli significativi della sua storia, che sembra diluita dalla sua vasta gamma di preoccupazioni tematiche. È forse la cosa più vicina che il film arriva inavvertitamente a incapsulare l'esperienza adolescenziale: quella di scorrere rapidamente e distrattamente un telefono.

Il film è quasi impaziente di far emergere qualsiasi profondità di sentimento dai suoi scenari, dai problemi genitoriali di Jonny a una storia d'amore con un'altra ragazza che si sviluppa principalmente fuori dallo schermo. Anche i suoi poteri super empatici, così apparentemente centrali nel film, ricevono lo stesso trattamento sparso. Sono la ragione principale per cui si è trasferita da sua zia, che sa una o due cose su ciò che affligge Jonny, anche se le abilità si adattano solo debolmente alla narrativa generale. Peggio ancora, Reeder fatica a visualizzarli, con il film che si appoggia a Jonny che spiega cosa avrebbe dovuto succedere, e una scena in cui cammina attraverso una festa mentre adotta il linguaggio del corpo di diversi partecipanti alla festa è così visivamente oscuro che è difficile dire cosa sta succedendo.

Questi momenti non risaltano nel contesto di un film che ha cercato con tutte le sue forze di risultare strano anche in altri ambiti: zia Hildie costringe Jonny a mangiare il rossetto e riempie una torta di sangue; le ragazze eseguono applausi indossando maschere modellate su donne anziane; e il nuovo preside del liceo di Jonny (Christopher Lowell) partecipa con un po' troppo entusiasmo alle esercitazioni di tiro a scuola. Ma forse il dettaglio di gran lunga più schiacciante è che nessuna di queste stranezze è disorientante neanche la metà della debole presa di Perpetrator sulla struttura narrativa di base.

Steven Nguyen Scaife è uno scrittore freelance il cui lavoro è apparso su Buzzfeed News, Fanbyte, Polygon, The Awl, Rock Paper Shotgun, EGM e altri. Con riluttanza vive nel Midwest.

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